I Disturbi d'Ansia, come categoria diagnostica, sono la classe più comune dei disturbi mentali.
Nello specifico, rispetto al Disturbo di Panico, secondo i dati ISTAT (Istituto Nazionale di Statistica) si riporta che quasi un milione di persone, con una percentuale che va dal 1,6 al 2,2%, soffre di attacchi di panico (ISTAT, 2006).
Questo Disturbo si manifesterebbe generalmente tra i 15 ed i 35 anni, con una seconda punta d'insorgenza tra i 44 ed i 55 anni; diffuso in misura maggiore nella popolazione femminile, è in aumento tra gli uomini, soprattutto professionisti e manager (Ansa, 2019).
In una revisione sistematica sulla prevalenza dei disturbi in 44 paesi, la maggioranza globale dei Disturbi d'Ansia è stata stimata al 7,3%, suggerendo che una persona su 14 nel mondo, in qualsiasi momento, ha un Disturbo d'Ansia. Inoltre, circa uno su nove (11,6%) avrà un Disturbo d'Ansia in un dato anno. In tutto il mondo, le donne hanno il doppio delle probabilità di avere un Disturbo d'Ansia, rispetto agli uomini.
L’ansia è una normale reazione di allarme di fronte ad una situazione o a un pericolo (reale o possibile) esterno o interno. È caratterizzata da un complesso sistema di risposta cognitivo, affettivo, fisiologico e comportamentale, in presenza di una minaccia percepita come imprevedibile, incontrollabile e potenzialmente dannosa per la propria incolumità. La manifestazione dell’ansia comporta diverse classi di sintomi:
Si tratta di un’emozione fisiologica e svolge un’importante funzione adattiva, che ha permesso alla nostra specie di sopravvivere e adattarsi alle avversità e ai cambiamenti, nel corso della storia dell’evoluzione umana.
Le cause dei disturbi d’ansia sono molteplici. L’ansia può essere originata da: fattori genetici, stress o un evento traumatico (rottura di una relazione importante, lutto, perdita del lavoro), da una patologia fisica (cardiopatie, patologie ormonali, patologie polmonari). L’ansia può inoltre dipendere dall’uso di una sostanza psicoattiva (alcol, stimolanti, cocaina, caffeina, prodotti da banco che contengono guaranà e/o caffeina). Infine, il disturbo è molto frequente nei malati in stato terminale
Tutti noi nasciamo con un livello basale di ansia, ovvero con una predisposizione a provare questa emozione, in situazioni di pericolo, dinanzi a stimoli che valutiamo più o meno come minacciosi. L’ansia, dunque, ci serve per proteggerci, e allo stesso tempo, a prepararci all’azione. Pensa all’ansia prima di un esame, senza quel giusto livello di pressione, la tua prestazione non sarebbe la stessa, e la motivazione allo studio, sarebbe nettamente inferiore.
Tuttavia, può succedere che questo sistema di difesa naturale, che ci ha permesso di evolverci, potrebbe iper-attivarsi, o per periodi di stress prolungati, o anche quando non siamo effettivamente dinanzi ad un vero pericolo. E allora perché entriamo in ansia? Perché per la nostra mente un pericolo c’è, e quindi dobbiamo difenderci. Ciò che rende l’ansia patologia e disfunzionale, è proprio una valutazione distorta della situazione, insieme a strategie comportamentali, che non fanno altro che alimentare quei pensieri, e dunque la stessa ansia.
La TCC, si presta benissimo in questo tipo di condizione: modificando il proprio pensiero, facendo una valutazione della realtà corretta, e lavorando con le strategie comportamentali più funzionali, sarà possibile favorire un miglioramento e un maggiore adattamento.
L’eliminazione dell’ansia non è né auspicabile né possibile, ma potrai ridurla ad un livello per te tollerabile e funzionale, in modo che non ti sia di ostacolo, ma che diventi piuttosto un’alleata nel processo di adattamento ad ogni tipo di situazione con cui dovrai confrontarti.
In sintesi, con la terapia cognitivo- comportamentale:
Lavoreremo su quei fattori cognitivi che fanno aumentare l’ansia, come i pensieri disfunzionali e i falsi allarmi, in modo da correggere quelle interpretazioni errate di pericolo.
Dr.ssa Josephine Calefati
Psicologa Psicoterapeuta a Fasano (BR)