È difficile definire in modo univoco la “personalità”. Potremmo definirla come il risultato dell’integrazione tra il temperamento (ciò che è determinato biologicamente e geneticamente) e il carattere, ovvero il modo con cui ci relazioniamo con l’ambiente esterno/sociale. Il modo in cui questi due elementi interagiscono e si influenzano reciprocamente, fa sì che una persona, modifichi col tempo e l’esperienza, il suo stile di adattamento e di vita, alle varie circostanze. La personalità è pertanto modificabile perché costituita dall’esperienza e dall’adattamento tra i propri bisogni/desideri e la realtà.
I nostri tratti di personalità sono delle modalità costanti attraverso cui possiamo percepire, interpretare e rapportarci con la realtà.
Nel momento in cui queste modalità (i tratti) diventano molto rigide, al punto da causare disagio e sofferenza persistenti, con notevoli difficoltà di adattamento alle situazioni, e frequenti conflitti interpersonali, allora si può parlare di Disturbo di Personalità.
I disturbi di personalità condividono quattro principali caratteristiche:
Secondo il DSM-5 (il manuale diagnostico dei disturbi psichiatrici) (APA 2013), queste caratteristiche combinate tra loro, possono dare origine a 10 disturbi di personalità, suddivisi in 3 cluster.
Cluster A dei disturbi di personalità:
Questi disturbi condividono un importante disagio negli ambienti sociali, gli individui con questi disturbi spesso appaiono eccentrici, e si caratterizzano per chiusure relazionale, ritiro sociale, pensiero distorto, e condotte di comportamento bizzarre o eccentriche.
Cluster B dei disturbi di personalità:
Gli individui con questi disturbi spesso appaiono ipersensibili, emotivi o imprevedibili. Hanno un comportamento impulsivo e drammatizzante, con gravi difficoltà nel controllo degli impulsi e nella regolazione emotiva.
Cluster C dei disturbi di personalità:
Questi disturbi si caratterizzano soprattutto per alti livelli di ansia, inibizione sociale, sentimenti d’inadeguatezza, dipendenza dal giudizio o dalla relazione e un’ipersensibilità alle valutazioni negative. La persona appare particolarmente ansiosa o timorosa.
Gli approcci terapeutici che si sono dimostrati maggiormente efficaci sono:
Questi approcci partendo da una base di Terapia Cognitivo-Comportamentale, sono stati affinati e testati, con tecniche all’avanguardia, per il trattamento di questi Disturbi.
Nella mia pratica clinica utilizzo molto queste tecniche, anche in condizioni cliniche non propriamente classificabili come Disturbi di Personalità, proprio perché ritengo che si tratti di strumenti terapeutici molto validi e utilizzabili, in base ai bisogni e agli obiettivi del mio cliente.
Dr.ssa Josephine Calefati
Psicologa Psicoterapeuta a Fasano (BR)